dada sutra pubblica “questo amore mortale PIÙ”

Con la pubblicazione del suo primo album in edizione “deluxe”, “questo amore mortale PIÙ”, l’artista milanese dada sutra – alias Caterina Dolci – offre una nuova immersione nella sua visione musicale visionaria, stratificata e fortemente simbolica. Distribuito da Believe e prodotto da Dumba Dischi, il disco è uscito il 24 aprile 2025 su tutte le piattaforme digitali, arricchito da brani inediti, versioni alternative e una sorprendente cover dal vivo di “Canto di carcerati calabresi”, resa celebre da Ornella Vanoni.
Il lavoro si presenta come un’opera ibrida, in equilibrio precario tra elettronica distorta, influenze post-punk e liriche dense di riferimenti culturali. L’approccio sonoro e poetico è sperimentale e profondamente emotivo, con richiami espliciti a Laurie Anderson, Philip Glass, Massive Attack, St. Vincent e ai CCCP. Nelle parole dell’artista, l’obiettivo è creare “nuovi miti”, costruire tradizioni fittizie capaci di restituire sacralità all’immaginario collettivo. La narrazione musicale si dipana tra spiritualità, critica sociale e relazioni interrotte, con testi ispirati anche alla letteratura sciamanica e a figure di culto come Kathy Acker.
Il brano di punta, “Berlino Ovest” in collaborazione con Greams, funge da manifesto sonoro dell’intero progetto: una ballata distopica e urbana che unisce sax baritono, campionamenti vocali e suggestioni post-industriali. Da segnalare anche “DIVA”, canzone rabbiosa e ironica su un’insegnante-robot, ispirata al romanzo “Noi” di Zamjatin, e “manifesto”, una composizione carica di tensione politica e desiderio sensuale.
L’universo di dada sutra, già notato dalla critica per il debutto “questo amore mortale” del 2024, si espande con questa nuova edizione in un gioco continuo tra autobiografia, mitologia contemporanea e suoni non convenzionali. L’artista – cresciuta tra i Navigli e il Parco Ravizza – mescola memoria personale, attivismo, sogno e rabbia, raccontando il presente con la voce di chi abita le sue crepe.
Con “questo amore mortale PIÙ”, dada sutra non si limita a pubblicare un album: propone un rito collettivo, un gesto di creazione sonora che è al tempo stesso rottura e ricostruzione.